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Sistemi energetici ed ipertrofia

 

Analisi del rapporto tra Sistema Anaerobico Lattacido, Sistema Anaerobico Alattacido, Sistema aerobico e ipertrofia

Sistema Anaerobico Lattacido
Il metodo tipico per indurre ipertrofia è il lavoro contro resistenza con utilizzo del sistema anaerobico lattacido che prevede l'utilizzo quasi esclusivo di glicogeno muscolare senza coinvolgere meccanismi ossidativi e con conseguente formazione di acido lattico.

Il sistema anaerobico lattacido entra in simbiosi con l'alattacido dopo circa 10-15 secondi dall'inizio dell'attività muscolare intensa e copre completamente il fabbisogno energetico fino ai 30-40" di attività massimale, per poi gradualmente lasciare spazio al sistema aerobico che si attiva maggiormente in attività di durata più lunga1.


Il lavoro lattacido è strettamente correlato al TUL (Time Under Load) o TUT (Time Under Tension) che deve oscillare dai 15-20'' ai 50-60'' ai parametri temporali devono essere aggiunti la velocità di esecuzione, il range di movimento e l'intensità.

Tirando le somme il fine ultimo del sistema anaerobico lattacido nell'ipertofia è quello di accumulare grandi dosi di acido lattico correlato ad una favorevole risposta ormonale anabolica.

L'acido l'attico porta ad una diminuzione del pH ematico e si associa ad un notevole aumento della somatotropina (GH) che risulta proporzionale alla concentrazione di lattato stesso. Inoltre l'acido lattico contribuisce, con il carico meccanico, a creare microlesioni sulla membrana sarcoplasmatica stimolando la sintesi proteica in seguito ai processi di supercompensazione.

Un'ultima considerazione va fatta sul glicogeno che viene maggiormente ritenuto dopo i recuperi da lavori di natura lattacida (meccanismo di compensazione) aumentando così ulteriromente l'ipertofia sarcoplasmatica.

Sistema Anaerobico Alattacido

Anch'esso coinvolto nell'ipertrofia sebbene gli venga attribuita un'importanza minore, in quanto maggiormente volto all'aumento della forza massimale.

Questo Sistema viene attivato nei primissimi secondi di attività intensa utilizzando come substrato energetico l'Adenosintrifosfato libero (ATP) e la creatinfosfato (CP). Nei primi 5-6 secondi l'energia è data dalle scorte intramuscolari di ATP, mentre nei successivi 10-15 secondi il muscolo deve affidarsi alla CP.

Passati questi circa 20 secondi complessivi subentra il sistema glicolitico lattacido che prevede l'utilizzo di glicogeno.

Questo tipo di stimolo allenante porta ad aumentare le scorte dei fosfati stessi per meccanismo di supercompensazione e a soddisfare le aumentate richieste energetiche con impiego dei fosfati rispetto le condizioni normali
.

È stato dimostrato nell'uomo che, dopo 5 mesi di allenamento per la forza le riserve di ATP e fosfocreatina aumentano rispettivamente del 18% e 28% e che il rapporto tra CP e fosfati inorganici incrementa dopo sole 5 settimane di allenamento3.

Il sistema alattacido per definizione non rilascia Acido Lattico quindi al contrario di quanto detto precedentemente per il sistema anaerobico lattacido non c'è correlazione tra allenamento alattacido e una maggiore secrezione di GH, ed inoltre non c'è alcun meccanismo di supercompensazione per il glicogeno che contribuisce anch'esso ad un'ipertrofia sarcoplasmatica.

Tuttavia sul piano ormonale per l'ipertrofia è importante considerare la promozione della secrezione del Testosterone, altro importante ormone anabolico. È stato infatti riscontrato che esiste una relazione inversa tra i livelli di testosterone dei soggetti e il numero totale di ripetizioni eseguite all'interno di una serie; cioè, con l'aumento dell'intensità e il decremento del numero di ripetizioni, sono stati osservati livelli superiori di testosterone.

Sistema aerobico

Per quanto riguarda le attività di endurance, ovvero attività strettamente aerobiche, non si riscontrano particolari capacità di ipertrofia muscolare.

Anzi la maggior parte degli studi dimostrano che addirittura potrebbe ostacolare il pieno sviluppo dell'ipertrofia soprattutto se vengono svolti lavori aerobici nella stessa seduta in cui si sono svolti lavori anaerobici volti esclusivamente all'ipertrofia5.
Il fenomeno dell'allenamento combinato è stato descritto per la prima volta nel 1980 da Robert C. Hickson6, dove si spiegava la loro incompatibilità. A livello molecolare sembra esserci una spiegazione per l'interferenza nello sviluppo della forza durante un allenamento combinato. Cioè, l'attivazione dell'enzima AMPK durante l'attività aerobica può inibire i segnali che avviano la sintesi proteica inibendo a sua volta la via mTOR e i suoi obiettivi.

A questo proposito sono state formulate ulteriori ipotesi, di natura cronica e acuta, per cercare di spiegare il fenomeno di inibizione dello sviluppo della forza durante l'allenamento combinato.

  • "L'ipotesi cronica" sostiene che il muscolo scheletrico non possa adattarsi metabolicamente o morfologicamente ad entrambi i metodi di allenamento perché molti adattamenti a livello muscolare, osservati in risposta all'esercizio anaerobico, sono diversi da quelli osservati dopo l'esercizio aerobico.
    L'osservazione che vede i cambiamenti di tipo e di dimensioni delle fibre muscolari dopo l'allenamento combinato, forniscono un sostegno all'ipotesi cronica
  • "L'ipotesi acuta" sostiene che la stanchezza residua dalla componente di endurance comprometta la capacità di sviluppare tensione durante la parte dell'allenamento dedicata alla forza. Fattori della fatica periferica come il danno muscolare e la deplezione di glicogeno muscolare sono stati implicati come possibili meccanismi della fatica associati all'ipotesi acuta

Si è notato inoltre che un lavoro di forza resistente combinato ad un lavoro di endurance portano ad una simile ipertrofia delle fibre di tipo 2a (intermedia) ma è stato notato anche che un lavoro di sola forza resistente porta ad un aumento che và da 2 a 9 volte delle fibre rosse rispetto un allenamento combinato.


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